FORTE FALCONE
Il Forte Falcone, notare il Casotto Tillman e il marinaio di servizio all'Aerofono
Il Forte Falcone è uno dei forti che costituiscono le "fortezze" di Portoferraio.Voluto da Cosimo de'Medici ,realizzato nel XVI secolo, contribuì assieme al Forte Stella, alla difesa di Cosmopoli , la Portoferraio Medicea,dalle incursioni dei pirati. Il Forte durante il periodo bellico è stato sede del Comando del Sottosettore Elba del Settore Militare Marittimo Elba-Piombino.All'interno del forte oltre a tale Comando che comprendeva vi era una delle tre Stazioni Semaforiche dell'Elba. All'interno erano presenti il Comando del F.A.M e della D.I.C.A.T. Al 1942 risultano installati presso il Forte uno o più aerofoni facenti parte della Poligonale Ravvicinata. A difesa del comando Dicat di Portoferraio erano deputate 2 mitragliere binate Breda 31 Calibro 13.2 , una mitragliera calibro 20mm e mitragliatrici Colt1915 calibro 6,5.
Foto del Forte Falcone (dal registro del Capo Settore Regia Marina 1939)
Pianta del Forte
Il Comando D.I.C.A.T. di Portoferraio e di Piombino erano
tra loro collegati telefonicamente e radio telegraficamente; inoltre potevano
allacciarsi alle linee telegrafiche facenti capo all’Ufficio Capo Settore di
Portoferraio. Era previsto che i posti di avvistamento della maglia venissero
collegati direttamente col Comando D.I.C.A.T. (Centrale Mezzi) ad eccezione di
Campo alle Serre Basso, il quale era collegato col posto di avvistamento di
Campo alle Serre Alto, Palmaiola,
Montecristo, Pianosa e Capraia che avrebbero dovuto, per ragioni di economia,
limitarsi a segnalare gli avvistamenti fruendo della rete telegrafica semaforica
facente capo all’Ufficio Capo Settore. In realtà solo il Posto di Avvistamento
di Portoferraio aveva una linea telefonica diretta con il Comando D.I.C.A.T.
Degli altri dieci Posti di Avvistamento, sette
comunicavano col predetto Comando tramite centralino, a mezzo di linee
telegrafiche rese telefoniche e tre ( Montecristo, Pianosa e Capraia) erano in
comunicazione con l’Ufficio Capo Settore a mezzo di linee telegrafiche di Stato.
Queste tre località disponevano inoltre, quale
riserva, di una piccola stazione radio – semaforica con la quale potevano
corrispondere col D.I.C.A.T. di Portoferraio, a sua volta dotato di analogo
apparecchio. L’Ufficio del Capo Settore era nelle immediate vicinanze del
Comando D.I.C.A.T. col quale, comunque, era allacciato telefonicamente con linea
diretta.
Il Comando D.I.C.A.T. di Portoferraio era anche collegato
telefonicamente col Comando Difesa M.M. , col Comando Truppe e con la sirena di
allarme (Alti Forni “Ilva”). Alla mobilitazione presso la S.V. di Portoferraio,
veniva installato un apparato radio semaforico con generatore a manovella,
conservato in tempo di pace presso la locale Stazione R.T. di San Giovanni.
Questo apparato di tipo "ondina campale" operava
sulla lunghezza d'onda dei 70 metri.
L'11 settembre 1940, fu
istituito nell' Alto Tirreno, il Servizio di Vigilanza Foranea, mediante 8
motovelieri disposti a catena, da Capo Mele a Campo alle Serre Alto, dotati di
aerofoni. I motovelieri erano dotati di apparati radio T.P.A 20 per il
collegamento con i comandi DICAT, dotati invece di apparati
T.P.A 50. Furono inoltre attivate quattro
postazioni fisse a Capo Mele, Gorgona, Capraia e Campo alle Serre che
rilanciavano messaggi verso le stazioni radiofoniche di Genova, La Spezia,
Livorno e Portoferraio. Il nominativo radio di queste unità era GENA seguito dal
numero identificativo. Nel giugno del 1941 un apparato T.P.A. 20 fu trasferito
da Campo alle Serre a Pianosa (in quanto la precedente posizione aveva dato dei
problemi di cono d'ombra alle onde radio) che divenne GENA 12. Nel febbraio 1942
furono attivati GENA 14, presso il Semaforo di Montecristo, GENA 15 al Giglio e
GENA 24, di rinforzo a Portoferraio.
Da e per il Forte si snodavano parecchie linee telefoniche e telegrafiche per il collegamento con l'Italia e con i vari Enti periferici dell'Isola Semafori e Stazioni di Vedetta, di Segnalazione e Stazioni Radio.
© copyright elbafortificata.it foto:Alberto Campedelli
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