SPECIALI
In questa pagine inserirò tutti i documenti e le curiosità che non rientrano nelle categorie precedenti
Un eroe Elbano caduto ad El Alamein
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Leo Seni notare il fregio sul berretto della Guardia alla Frontiera III Settore "Stura" Alpi Marittime, probabilmente la sua prima assegnazione.
Pubblico con molto piacere due fotografie inviate dall'amico Luca Fanetti, appassionato di storia, che ha curato la pubblicazione di "Diario dall'inferno" il diario di guerra e di prigionia di suo nonno, Romolo Fanetti, brigadiere R.G.di F.
Luca Fanetti si è messo alla ricerca dei
familiari del tenente Leo Seni,
Elbano morto ad El Alamein il 24 ottobre 1942 assieme al Capitano Ruspoli
per avere maggiori informazioni, riuscendo
a rintracciare il nipote, Roberto Seni, che ha
concesso queste due fotografie.
''. . . E comincia dal comandante, il maggiore Giulio Burzi, ufficiale di
complemento, buon capo ed uomo di sicuro esempio, che affrontava, tra l' altro,
l'ansia di avere un figlio nello stesso battaglione e semplice paracadutista e
graduato. Giorgio aveva seguito nei paracadutisti un altro volontario, il
tenente
Leo Seni di Portoferraio,
eccellente e intrepido ufficiale. La mattina del 24 ottobre, quando la
situazione sulla fronte di Ruspoli sembrava disperata, Seni disse a Giorgio e
alla sua squadra : '' Mi raccomando: di qui gli inglesi non devono passare,
tenete duro a tutti i costi e se non avete altro usate bottiglie esplosive e
bombe a mano. W la Folgore !'' '' W la Folgore !'' esplose l' urlo dei
mortaristi. Seni si allontanò con Ruspoli e poco dopo caddero entrambi...''
(Takfir - Paolo Caccia Dominioni - pagina 323, appendice II, parole di Giorgio Peruzzi, VIII battaglione guastatori paracadutisti )
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Bunker-Spazzatura
Buonasera amici di Elbafortificata, colgo l'occasione per segnalare un episodio
di malcostume tutto nostrano,segnalato dall'amico Pasquale.
IL 5 gennaio 2012 , sono stati raccolti tra le piazzole e i camminamenti
delle postazioni difensive appena all' interno del piazzale del Monumento, l'
equivalente di 5 sacchi condominiali di spazzatura.
L' area di sosta, oltretutto crocevia di sentieri, è intensamente frequentata
tutto l' anno.
In stagione vi si fermano anche comitive con i bus.
E' sprovvista dei più elementari e minimi servizi per l' accoglienza: sono
spariti i tavoli con le panche che non sono più stati rimpiazzati. Manca un
contenitore ( sarebbe meglio un cassonetto ) dove gettare i rifiuti.
Di conseguenza molti frequentatori vanno a bivaccare e a sporcare all' interno.
Presto si creerà di nuovo un letamaio.
Allego qualche foto che l' amico Max ha in parte pubblicato sul suo sito, nella
rubrica
www.rifiutidautore.blogspot.com
Giudicate voi
Il Capitano
Le foto e la divisa del Capitano Martorella comandante delle batterie da P.C della zona di Capoliveri
Che dire....più "Speciale" di queste....
Un grazie di cuore ad Alberto Campedelli , Giovanni e Stefano Muti
Per informazioni sulla mostra visitate http://portoazzurro25aprile.wordpress.com
Il 22 settembre 2008 l’Elba ha celebrato con profonda commozione il dramma dell’affondamento dello Sgarallino. L’evento sconvolse gli elbani che ancora oggi si sentono partecipi ricordando i defunti, civili e militari, scomparsi fra le onde e la straziante sofferenza dei superstiti.
Il piroscafo Andrea Sgarallino, varato dai Cantieri Orlando di Livorno, con una stazza lorda di 730,58 t. era lungo 59,36 mt. e largo 8,62. Disponeva di una macchina alternativa a vapore a triplice espansione di 925 HP, alimentata da due caldaie a carbone. Poteva navigare con una velocità di crociera di circa 12 nodi.
Il nome gli fu assegnato per ricordare il colonnello Andrea Sgarallino, livornese e patriota italiano, che partecipò col generale Garibaldi alla spedizione dei Mille.
Nel 1930 iniziò, per conto della Società Anonima Navigazione Toscana, il servizio civile di trasporto passeggeri e merci. Agli inizi del 1940 il piroscafo, che navigava per servizi di linea nell’Arcipelago Toscano, fu requisito dalla Regia Marina che lo iscrisse nei ruoli delle navi ausiliarie dello Stato Italiano con la sigla F.123, dopo aver fatto alcune modifiche allo scafo e installato due cannoncini antiaerei. Dopo l’ 8 settembre 1943, a seguito dell’armistizio con gli Alleati e della fine dell’alleanza militare con la Germania, fu requisito dalla marina tedesca per il trasporto di truppe e materiali. Successivamente, qualche giorno prima della tragedia, il piroscafo, obbligato a inalberare la bandiera della marina germanica, riprese la linea Piombino-Portoferraio per il trasporto civile di passeggeri, viveri e posta facendo rinascere le speranze di una migliore sopravvivenza per gli abitanti dell’isola d’Elba.
Il piroscafo Andrea Sgarallino, comandato dal STV. Carmelo Ghersi, fu affondato il mattino del 22 settembre 1943 a circa un miglio dalla costa dell’isola d’Elba, nelle acque di Nisporto, colpito da due siluri lanciati da il sommergibile HMS “Uproar” della Royal Navy comandato dal TV L.E. Herrik. Perirono più di trecento persone innocenti con solo quattro superstiti tra cui Stefano Campodonico, fuochista di bordo, dell’isola del Giglio. Oggi il relitto si trova, spezzato in due, adagiato sui fondali fra scogli e fango, a circa 66 metri, nel punto Lat. 42° 50’ N - Long. 010° 21’ E .
La commemorazione ufficiale delle vittime è avvenuta a Portoferraio il 22 settembre scorso. La giornata è stata intensa con profonde emozioni e tristi ricordi. Nel pomeriggio, con inizio alle ore 18.30, il Sindaco Roberto Peria, in presenza di autorità civili e militari fra cui il Comandante della Capitaneria di Porto di Portoferraio C.F. Nerio Busdraghi, ha ricordato i tragici momenti isolani del 1943. Successivamente don Giorgio Mattera, parroco, ha celebrato la S. Messa nella Chiesa di San Giuseppe magnificando l’intera cerimonia con parole semplici e struggenti. La visita alla Cappella dedicata al sacrificio della vita sul mare e ha permesso una più intensa partecipazione. Il suo ambiente, voluto e arredato da don Giorgio Mattera con stile marino e presenza di cimeli storici, da oltre dieci anni è un luogo sacro con uso liturgico che onora tutte le vittime del mare.
Intensa è stata la partecipazione dei cittadini elbani che persero, con l’affondamento dello Sgarallino, parenti ed amici. Lo stesso Don Giorgio Mattera perse lo zio e un cugino. Molti, soprattutto campesi, ricordano ancora Giovan Battista Baldetti, Giuseppe Cetica, Salvatore Locci, Vittorio Battaglini, Michele Ricci, Enrichetta Nelli, Pasquale del Bono, Anna Maria del Bono, Gina Nelli, Angelo Baldetti, Egisto Nelli. Commovente è stata la benedizione della targa ricordo e del cimelio del nome in bronzo del piroscafo le cui lettere A-N-D-R-E-A S-G-A-R-A-L-L-I-N-O hanno ancora le incrostazioni causate dalla lunga giacenza sul fondale marino. Nel 1962 le lettere furono recuperate direttamente dal relitto, nello specchio di poppa, dall’Impresa Fratelli Lertora, ed in particolare dai palombari Virgilio e Giovanni Lertora. Il nostromo Giovanni Paolini detto “Nanni”, cognato di Giovan Battista Baldetti morto al timone del piroscafo, volle fortemente il recupero come missione di vita. La targa è un cimelio storico di grande valore.
Il vescovo S.E. Mons. Giovanni Santucci ha comunicato, attraverso il parroco, di non poter essere presente alla commemorazione per un suo inderogabile pellegrinaggio a Lourdes ed ha inviato a tutti la sua particolare benedizione. L’assessore al Comune di Portoferraio, Nunzio Marotti, ha presentato la sua composizione poetica vincitrice del Premio Letterario Capoliveri 2008 “Un amore strappato” che inizia con le tristi parole “Sprofonda e soffia, nove e quarantanove, lo Sgarallino”. Le rappresentanze dell’ Associazione Nazionale Marinai d’Italia, sezioni di Portoferraio e Campo nell’Elba, con la loro presenza, hanno voluto onorare le vittime con un picchetto d’onore offrendo anche dei doni a favore dei poveri e delle persone disagiate della parrocchia.
Il ritorno al passato, dopo 65 anni, ha fatto rivivere intense emozioni e fortificato nell’animo di tutti la triste memoria e l’amore per la vita con la speranza che mai più possano avvenire tragedie simili originati da odio, egoismo e spirito di sopraffazione. La celebrazione degli avvenimenti del ’43 ha permesso di meglio comprendere il senso della vita con i profondi valori e i grandi ideali necessari per l’affermazione di una società nazionale giusta e sicura col suo continuo progredire nel suo percorso di pace.
A cura di: Raffaele Sandolo (elbasun@infol.it)
Si ringrazia l'autore per aver fornito il testo e le foto.
ATTENZIONE!!
Trovato Ordigno Bellico alla Linguella,probabilmente un "ricordo" dei bombardamenti alleati del 1944.
Un grazie speciale allo staff di Vivere l'Ambiente,la nota rubrica di Tele Tirreno Elba, sempre sensibile verso le problematiche ambientali del nostro caro Scoglio.
Per le ultime notizie seguite http://www.tenews.it
Giochi di luce in Batteria
La versione grande della foto si può trovare nella galleria fotografica della Batteria Fara Forni
© copyright elbafortificata.it foto:Mario Felli
L'asta con la quale era stato messo in vendita Capo Bianco è stata ritirata ( Batteria E131 , tanto per capirci), una piccola vittoria!
Il Semaforo sarà ripristinato!!!
Ebbene si la nostra scoperta dell'Estate 2006 ha messo in moto tante cose e a distanza di circa 7 mesi ecco come si è risolta la situazione:
LIVORNO. L’ex calciatore del Livorno Igor Protti si è incontrato oggi con il portavoce di Legambiente Arcipelago
Toscano Umberto Mazzantini per illustrare il progetto di recupero del magnifico
faro di Monte Grosso, nel comune di Rio Marina e all’interno del parco nazionale
dell’Arcipelago toscano.
Nei giorni scorsi Legambiente, raccogliendo le segnalazioni di diversi
escursionisti, aveva chiesto all’amministrazione comunale cosa fossero i lavori
in corso nella struttura, visto che non era presente il cartello di cantiere
nonostante visibili interventi e che la rete di recinzione era stata abbattuta.
Le contraddittorie risposte del comune di Rio Marina avevano generato ulteriore
confusione invece di chiarire la vicenda.
Nel cordiale incontro con Legambiente Igor Protti ha illustrato il progetto
sulla struttura, che è di proprietà della sua famiglia da 30 anni, che prevede
un recupero della struttura con un ripristino dell’aspetto storico, con uso di
materiali “naturali” ed il ripristino della originale colorazione a grandi
scacchi chiari e scuri che contraddistingueva i fari. Anche gli aggetti e le
inferriate verranno ricostruiti secondo il posizionamento ed il modello
originali. Il faro sarà autonomo dal punto di vista idrico, la linea di
alimentazione elettrica sarà interrata per non causare interferenze con un
paesaggio di grandissimo valore ed è previsto l‘utilizzo di pannelli solari e
della fitodepurazione per i reflui fognari.
«Anche dal punto di vista delle concessioni edilizie e dei nulla-osta necessari,
compreso quello del parco nazionale, i lavori sembrano in perfetta regola – dice
Umberto Mazzantini – Il progetto illustrato da Igor Protti è di grande qualità.
La serietà del personaggio ed il suo amore per quella struttura e quei luoghi,
legati anche alla sua famiglia, ci fa escludere qualsiasi intento speculativo.
Ci sembra un recupero e un restauro rispettoso della storia e dell’ambiente e
che può essere preso a modello per il recupero di altre strutture simili che
sorgono sulle montagne Elbane di fronte al mare».
tratto da: http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=6427
Lo staff di elbafortificata.it si ritiene soddisfatto del risultato ottenuto e si mette a disposizione per dare una mano!
Questa foto di "speciale" non ha niente , se non che è stata fatta qualche anno fa a Pianosa, proprio dietro il porticciolo, secondo me è un P.C. meraviglioso!
Tra il 2 e il 6 ottobre 1940 vengono ritirati i presidi di Capraia,Pianosa e Montecristo
(foto di Mario Felli)
Volantino lanciato dai Tedeschi
Proclama del Generale Achille Gilardi